Alain Deschain
Età | 40 |
Altezza | 180 cm |
Peso | 76 kg |
Occhi | Hazel |
Carnagione | Chiara |
Capelli | Bianchi |
Statistiche
Forza | 0 |
Mente | 0 |
Salute | 0 |
Energia | 0 |
Carisma | 0 |
Mana | 0 |
Esperienza | 0 |
Allineamento | Neutrale - Malvagio |
Descrizione
Storia
THE MAN WHO SOLD THE WORLD
Sai qual è la differenza tra un uomo vivo e un uomo che conta?
Il primo respira.
Il secondo lascia il segno.
Io ho sempre lasciato il segno.
A volte con il mio nome. Più spesso con un nome che non era mio. Cambiare volto, cambiare voce… non è travestimento, è dominio. Ogni identità è una lama nuova, forgiata per un bersaglio preciso.
Sono arrivato in un porto qualunque, e già allora sapevo che non ci sarei rimasto. Il vento sapeva di sale e di menzogne, le corde delle navi scricchiolavano come ossa vecchie. Nihal mi vide per prima: uno sconosciuto con più coltelli che sorrisi. Mi prese.
Imparai. In fretta.
Il comando non l’ho chiesto. Me l’ha messo in mano lei, convinta di potermi tenere al guinzaglio. Ma io non seguo. Io prendo. Io riscrivo le regole. E quando ho visto il trono, non ho esitato: ho mosso i pezzi per rovesciare la scacchiera. Un colpo di stato, affilato come una lama. Ho perso i miei compagni. Ho perso la battaglia. Ma sono ancora qui.
Sparii nelle stive, tra mercanti e bugiardi. Cambiai volto, voce, passo.
Quando Nihal mi ritrovò, non ci fu silenzio. Ci fu uno scontro. Parole come colpi, sguardi come lame. Lei non gridò. Mi promise che un giorno mi avrebbe ucciso. Io le promisi che avrei vissuto abbastanza a lungo da costringerla a provarci.
Poi arrivò Nyshka. Una marea di furia. Mi lasciò questa cicatrice, un taglio netto che non nascondo.
E poi, Elebereth.
All’inizio era un mezzo. Una pedina utile. Ma lei entrò oltre la maschera, incrinò la corazza. Non perché mi abbia sconfitto, ma perché ha visto ciò che altri non hanno mai saputo guardare.
Poi Tabata.
Un oracolo, un sussurro: «Brucerai.»
E io brucio, sì. Ma lo faccio a modo mio.
Quando Elebereth pronunciò il mio nome davanti alle sue consorelle, non lo presi per un tradimento. Lo lessi per ciò che era: un segnale. Anche la presa più salda può cedere per un istante. E io vivo per quegli istanti. Una crepa non si contempla: si attraversa. Non servono minacce. Solo il silenzio giusto… e il momento perfetto.
Le voci corrono. Le ombre si stringono. Il fuoco è vicino.
E io non scappo mai dalle fiamme.
Ci cammino dentro.
Sai qual è la differenza tra un uomo vivo e un uomo che conta?
Il primo respira.
Io lascio il segno… e poi guardo il mondo bruciare.
Equipaggiamento |
Privilegi Esperto nell’uso dei coltelli |
Attacchi |
Altro |
Animali / Famigli