| Età | 300 | Altezza | 180 cm | Peso | 80 kg |
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| Occhi | Viola | Carnagione | Chiara | Capelli | Bianco Argento |
| Forza | 0 | Mente | 0 | Salute | 0 |
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| Energia | 0 | Carisma | 0 | Mana | 0 |
| Esperienza | 0 | Allineamento | |||
Tornato dopo quindici lunghi anni d’esilio, e il peso del passato grava sulle sue spalle come un manto di ombre. Trecento anni ha vissuto sotto il cielo degli immortali, ma il tempo non ha piegato il suo spirito. Alto e slanciato come gli alberi millenari della sua terra, il suo corpo è forgiato dalla grazia innata della sua stirpe. La sua chioma d’argento scivola come un fiume lunare sulle sue spalle, lunga e setosa, incorniciando il suo volto scolpito dalla severità del destino. Gli zigomi alti, la mascella affilata e le labbra sottili rivelano la nobiltà della sua discendenza, ma è nei suoi occhi viola che si cela il vero enigma della sua anima. Il suo volto porta i segni di un tempo crudele. Una cicatrice sottile corre sotto il suo occhio sinistro, un solco pallido inciso nella sua pelle d’avorio, il ricordo di una battaglia che non ha mai dimenticato. Un monito, marchiato nella sua carne come un segno indelebile.
Il ricordo di quanto accadde l’ultima notte prima della fuga da Alterego è ancora impresso a fuoco nella sua mente. Quindici anni prima l’isola era sull’orlo dell’abisso, le ombre della guerra si addensavano e presagi di sventura inducevano la popolazione a pensare che l’unica soluzione possibile fosse cercare salvezza altrove. Nella follia dell’evacuazione, mentre il popolo elfico abbandonava il regno nella disperazione, egli attese, fino all’ultimo di veder giungere l’unica persona di cui gli importasse.
Quando fu chiaro che non sarebbe mai arrivata, il tempo era ormai finito e il caos aveva esteso i suoi tentacoli ovunque.
Fu in un attimo fatale che accadde. Un colpo sferrato con precisione letale, l'artiglio di un orco tracciò il suo marchio, incidendo un solco sotto il suo occhio sinistro. Il dolore esplose come un lampo nell'oscurità, ma non vi fu tempo per fermarsi. Riuscì a scappare, ma il ricordo di quella notte è rimasto indelebile sulla sua pelle.
Tornato sulla vecchia isola ha scelto di legare il suo destino a quello della grande nave. Lì ha conosciuto Elebereth, che è riuscita a distruggere senza rimedio quella parte di lui che credeva ancora nell'amore.
Oggi non cerca più redenzione, né conforto. Il caos è la sua unica fede. Lo abbraccia come una condanna desiderabile: nell’imprevedibile, almeno, non c’è menzogna. Ha imparato che nulla resta, che tutto si frantuma, e in questa consapevolezza ha trovato la sua libertà.
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Equipaggiamento |
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