I suoi capelli sono lunghi, mossi e biondo-ramati, incorniciando un viso dai tratti affilati con grandi occhi verdi penetranti e un sorriso enigmatico. Le orecchie semi-puntute, una via di mezzo tra quelle elfiche di sua madre e quelle umane di suo padre, quasi sempre nascoste da un cappuccio nero. La sua corporatura è tonica ed atletica, frutto di lunghe camminate nonchè della sua agilità.
Nata all'interno delle austere mura del regno elfico, Patrisha fu fin da subito il simbolo di una trasgressione: l'amore proibito tra l'elfa Lenoir e l'umano Renè. Il padre, travolto dal peso della responsabilità, svanì nell'ombra non appena seppe della gravidanza. Lenoir, a sua volta, venne diseredata dalla sua famiglia per aver generato una mezzosangue. In un mondo che la respingeva, Patrisha crebbe temprata dalle difficoltà, la madre le insegnò non solo a sopravvivere, ma a prosperare nonostante il rifiuto.
Determinata a scolpire il proprio destino lontano dalle condanne e dalle pietà, Patrisha lasciò la sua terra per viaggiare da sola. Il suo peregrinare la condusse nel regno di Alterego. Qui, il suo innato amore per gli animali la portò a lavorare brevemente come allevatrice. Ma l'orizzonte infinito e il brivido dell'ignoto la spinsero presto verso la vita di piratessa.
Silenziosa come l'ombra che si allunga al crepuscolo, astuta come una volpe e dotata di una destrezza sorprendente, Patrisha divenne presto una delle ladre più esperte del regno. Il suo era un gioco di nervi e inganno: nessuno si accorgeva mai della perdita se non ore, o addirittura giorni, dopo l'atto. Quel sottile e rischioso equilibrio tra abilità e beffa era per lei pura ebbrezza.
La stabilità di Alterego si rivelò effimera. Quando il sovrano Ennon abbandonò il regno, anche Patrisha decise che era tempo di levare l'ancora. Iniziarono quindici lunghi anni di incessante vagabondaggio. Visse di furti rapidi e di nuove, fugaci amicizie, muovendosi come il vento: a volte per noia o disinteresse, altre volte per sfuggire all'inevitabile mano della giustizia che, troppo tardi, si accorgeva di lei.
Dopo un decennio e mezzo di libertà sfrenata, Patrisha fece inaspettatamente ritorno ad Alterego, trovandolo in fermento. L'intero regno era in procinto di intraprendere un viaggio epico verso l'isola misteriosa di Æthelion. Un'avventura, un viaggio in mare, un nuovo inizio: era esattamente ciò che la sua anima irrequieta cercava.
Si imbarcò sulla nave che avrebbe condotto il popolo verso il nuovo mondo. Non potendo fare a meno di avere una visione privilegiata, si fece nominare Gabbiere, trovando il suo posto nel punto più alto, ad osservare il mondo dal vertice della vedetta.
Una volta sbarcata su Æthelion, Patrisha trovò finalmente un luogo dove il suo acume e la sua audacia potevano essere messi al servizio di uno scopo. Entrò a far parte della Gilda dei Mercanti e dopo una breve gavetta come Sguattera, assunse il ruolo di Esploratrice.
Ora, Patrisha si addentra nelle terre inesplorate di Æthelion, tra pericoli, trappole ancestrali e scoperte inebrianti. È la vita che ha sempre desiderato: un'eterna avventura dove la sua abilità nel muoversi nell'ombra è la chiave per svelare i segreti di un'isola ancora selvaggia.